Archivi del giorno: 19 giugno 2014

Mose, altri pentiti parlano. E patteggiano

Ai domiciliari Sutto, Neri e Boscolo. Resta in cella Tomarelli, patteggiano Marazzi e Cuccioletta, che ha ammesso la corruzione
Il Corriere del Veneto, 19 giugno 2014, edizione di Venezia e Mestre

VENEZIA – La strada l’ha aperta Giorgio Orsoni, l’arrestato che più di tutti ha fatto il «giro del mondo» sulle testate dell’intero pianeta, primo sindaco di Venezia ai domiciliari: otto giorni dopo il blitz del 4 giugno, giovedì scorso Orsoni è stato liberato dopo aver confessato di aver chiesto i soldi per la campagna elettorale all’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati e aver concordato con la procura un patteggiamento di 4 mesi e 15 mila euro di reclusione, che finirà di fronte al gip Massimo Vicinanza il 28 giugno prossimo.

Ora però la lista dei «pentiti» dell’inchiesta Mose-Consorzio-Mantovani si allunga e per altri due arrestati si avvia ad essere risolta in tempi da record: anche l’imprenditore bolognese Manuele Marazzi e l’ex presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta hanno infatti «vuotato il sacco» e ottenuto il via libera a una pena concordata. Marazzi, già finito in manette lo scorso settembre insieme al poliziotto bolognese Giovanni Preziosa nel filone della «talpe» dell’ex presidente di Mantovani Piergiorgio Baita, due settimane fa è stato arrestato nuovamente con una duplice accusa: da un lato di aver creato le società «cartiere» (la Eracle, la Egg, la Linktobe) con cui la Mantovani creava il «nero» e le mazzette, dall’altro di aver coperto la fuga all’estero di Mirco Voltazza, braccio destro di Baita. Mercoledì l’ imprenditore aveva l’udienza di fronte al tribunale del riesame, ma i suoi difensori hanno rinunciato dopo aver ottenuto l’ok dalla procura per un patteggiamento di un anno in continuazione con la pena di un anno e 4 mesi già patteggiata per il primo filone. E anche Cuccioletta punta sul patteggiamento, anche se vista la pesante accusa di corruzione è difficile pensare che possa rimanere sotto i due anni con la sospensione condizionale della pena. Per entrambi, ovviamente, presto si potrebbero aprire le porte del carcere. Continua a leggere

Italia Nostra: «Mose da modificare»

«Secondo gli studi del prof. D’Alpaos un sistema fragile per quanto riguarda cerniere e paratoie»
Il Gazzettino di Venezia e Mestre, 19 giugno 2014, pagina 5

ROMA – La loro è una battaglia decennale. Combattuta nell’interesse di Venezia. Italia Nostra, l’associazione di tutela italiana, da ben 25 anni sta portando avanti la sua campagna contro il Mose, senza, tuttavia, riuscire a farsi ascoltare. La loro opposizione, al netto degli scandali delle ultime settimane, si concentra da sempre su pareri scientifici e tecnici di esperti e riguarda le procedure con cui la grande opera è stata valutata e decisa. Un’opera faraonica, eccessivamente dispendiosa – attualmente ferma all’85%, che investe la manodopera di oltre cinque mila lavoratori – e destinata, avverte l’associazione, a gravare ancora economicamente sullo Stato per i costi necessari alla sua manutenzione. Cosi, ieri, in un incontro svoltosi all’hotel Nazionale di Roma, Italia Nostra è tornata a denunciare quello che dovrebbe esser cambiato, proprio in un momento in cui, tra scandali, corruzione e malaffare, un progetto come il Mose ha ancora la possibilità di essere rivisto ed eventualmente sospeso. «Il Mose è un’opera – a loro dire – completamente sbagliata», pericolosa per la Laguna, stando anche alla valutazione d’impatto Ambientale, elaborata, nel lontano 1998, dal ministero guidato oggi da Gian Luca Galletti e disattesa «proprio dalla politica». Per completare il Mose, fa di conto Italia Nostra, occorreranno ancora tra gli uno e 1’1,5 miliardi di euro. Per gestirla, nei cento anni a venire, il costo oscillerebbe, invece, tra i 40 e i 60 milioni di euro l’anno. E non è solo un’analisi puramente economica, la loro. Continua a leggere