Rifiuti e residui dell’acido fosforico

La Nuova di Venezia, 10 marzo 2018, sezione Cronaca

L’area dei Pili è un pessimo esempio dal punto di vista del recupero ambientale. Oltre alla messa in sicurezza dell’area e alla sua successiva bonifica (a seconda della destinazione urbanistica che verrà sancita) manca perfino la “caratterizzazione” dei suoli con una maglia stretta di carotaggi per conoscere con esattezza lo stato di contaminazione. Infatti la bonifica non è mai stata completata, nonostante i pochi carotaggi, eseguiti prima dell’acquisto da parte di “Porta di Venezia”, avessero evidenziato un grave stato d’inquinamento. Il problema della radioattività era stato posto con un’interrogazione a Ca’ Farsetti dei consiglieri Ottavio Serena e Renzo Scarpa e con un’altra interrogazione presentata in Senato dall’ex senatore Felice Casson, in cui si fa presente che la radioattività è stata causata «da un’attività storica di imbonimento, realizzata per lo più con rifiuti industriali denominati “fosfogessi”, residui della produzione dell’acido fosforico che ha interessato gran parte dell’area dei Pili».
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