Archivi del giorno: 8 dicembre 2015

Decimo giorno consecutivo con il Pm 10 oltre il limite

ALLARME INQUINAMENTO DA POLVERI SOTTILI
La Nuova di Venezia, 8 dicembre 2015, sezione CRONACA

L’allarme smog resta. Complici le condizioni meteorologiche di alta pressione e le emissioni stagionali delle caldaie di riscaldamento, domestico e non, che si aggiungono a tutte le alte fonti inquinanti, a cominciare dal traffico più sostenuto nel periodo pre-natalizio, anche in gran parte delle zone che erano a traffico limitato. Negli ultimi tre giorni, grazie alle parziali schiarite del cielo, le cinque centraline urbane dell’Arpav hanno registrato valori inferiori –da 60 a 75 microgrammi –a quelli dei giorni precedenti, ma pur sempre sopra il limite di sicurezza dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria. Con la giornata di ieri, siamo arrivati al decimo giorno consecutivo di allarme per le alte concentrazioni di polveri sottili (Pm10 e 2,5) scaricate in aria dal traffico stradale, acqueo e aereo, dagli impianti di riscaldamento in piena attività e dalle industrie, che finiscono per ristagnare negli strati bassi dell’atmosfera. Lo stato di allerta vale per tutte le centraline di monitoraggio dell’Arpav, quelle di via Tagliamento e del parco della Bissuola a Mestre, in via Beccaria a Marghera e Sacca Fisola a Venezia, con un numero di giornate in cui viene superato il limite giornaliero imposto dalle normative europee – per tutelare la salute pubblica – nettamente superiore al limite dei 35 nell’arco di un intero anno.

La stazione di monitoraggio di via Beccaria è arrivata oggi al 72° superamento del limite giornaliero (nel 2014, al 31 dicembre erano 66), mentre in via Tagliamento a quota 66 e al parco della Bissuola a 59. Il Comune di Venezia ha emanato tre giorni fa un’ordinanza (in vigore fino al 15 aprile 2016), per limitare l’utilizzo degli impianti termici per riscaldamento: la temperatura in case, uffici, scuole ed edifici simili non dovrà superare i 19 gradi (con 2 gradi di tolleranza), mentre nelle industrie e nei laboratori artigianali non dovrà salire oltre i 17 gradi (più i 2 gradi di tolleranza). Gli impianti alimentati da combustibili liquidi o solidi dovranno essere spenti dalle 16 alle 18 di ogni giorno, a chi contravviene potrebbe essere applicata una sanzione che va da 25 a 500 euro.
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Matteoli passa all’attacco «Mose, non ho preso soldi»

L’ex ministro dell’Ambiente parla per 15 minuti ma non si fa interrogare Per i pm ha ricevuto 550 mila euro dalla Socostramo per la bonifica di Marghera
La Nuova di Venezia, 8 dicembre 2015, sezione CRONACA

VENEZIA. Per più di quindici minuti, ieri, davanti al giudice veneziano Andrea Comez l’ex ministro Altero Matteoli, attuale senatore di Forza Italia, ha parlato per cercare di convincere che lui non ha mai preso un euro dal Consorzio Venezia Nuova direttamente o indirettamente, come invece sostengono i pubblici ministeri Stefano Ancilotto e Stefano Buccini, che hanno chiesto il suo rinvio a giudizio. L’esponente politico azzurro, però, ha preferito non farsi interrogare, insomma ha evitato di rispondere alle domande che sia l’accusa sia la difesa avrebbero potuto fargli, così ha scelto di rilasciare una dichiarazione. Al termine dell’udienza, che riprenderà domani per esaminare la posizione dell’ex magistrato alle acque Maria Giovanna Piva, l’ex ministro (dal 2001 al 2006 è stato al dicastero dell’Ambiente e dal 2008 al 2011 in quello delle Infrastrutture e Trasporti) non ha voluto fermarsi con i giornalisti, ma i suoi difensori, gli avvocati Francesco Compagna di Roma e Gabriele Civello di Venezia, hanno sottolineato «la correttezza del suo operato e la palese falsità delle dichiarazioni di Giovanni Mazzacurati». «Si tratta di accuse assurde e documentalmente smentite dagli atti processuali» hanno concluso.

Stando al capo d’imputazione, Matteoli in concorso con l’imprenditore romano Erasmo Cinque (i due erano compagni di partito quando stavano nell’organismo dirigente di Alleanza Nazionale), avrebbe asservito le sue funzioni agli interessi del Consorzio Venezia Nuova e deve rispondere di corruzione. In particolare, per aver fatto assegnare al Consorzio i finanziamenti relativi alle opere di bonifica dei siti industriali di Marghera in violazione della normativa delle gare d’appalto e per aver garantito a Mazzacurati la nomina di Patrizio Cuccioletta, che ha già patteggiato come imputato di corruzione in questo processo, a presidente del Magistrato alle acque perché «completamente a disposizione». In cambio, sempre secondo l’accusa, avrebbe ottenuto l’inserimento della Socostramo di Cinque nell’associazione d’imprese per le opere di bonifica a Porto Marghera: grazie a questo la ditta romana non avrebbe svolto alcuna attività, pur ottenendo un utile di 29 milioni e mezzo. A sua volta Matteoli avrebbe ottenuto 550 mila euro attraverso Cinque, soldi consegnati per l’esponente politico da William Colombelli e da Nicolò Buson. Ieri, l’ex ministro avrebbe spiegato che, per quanto riguarda le opere di bonifica a Marghera, ad affidare i lavori non era stato lui bensì il suo predecessore, visto che si trattava di interventi addirittura precedenti al 2000, mentre al ministero dell’Ambiente lui era arrivato l’anno successivo, cioè il 2001.
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